L’Italia, insieme alla Francia, è sempre stata una pioniera dell’ingegneria. È dal cinquecento che le discipline ingegneristiche attraggono un forte interesse dalle comunità accademiche e scientifiche. Ma soprattutto dal 900 l’ingegneria ha visto un grandissimo passo in avanti: dall’introduzione del cemento armato e il convertitore Bessemer che portò a una maggiore disponibilità di Acciaio fanno sì che gli edifici son sempre più alti, nacquero gli ascensori inventati da E. Otis, ancora oggi su numerosi ascensori e scale mobili troviamo questo nome, nacquero le prime grandi strutture in cemento armato e acciaio (la torre Eiffel, i primi ponti in cemento armato, …), tutti pensavano che il cemento fosse eterno, come i resti dei Romani, ancora oggi visibili e staticamente intatti. Nel dopoguerra inizia l’uso del cemento armato precompresso, ampiamente usato in tutta la fase di ricostruzione post-bellica attraverso le travi precompresse tipiche di qualsiasi ponte costruito dal dopoguerra ad oggi. Ma negli ultimi trent’anni la nostra ingegneria sembra proprio morta1.

Oltre a qualche Autostrada costruita negli anni 30 (dette di prima generazione) la maggior parte delle autostrade è stata costruita tra gli anni 60 e il 1975, anno di promulgazione della legge 492, che dinega la realizzazione di nuove Autostrade a seguito della crisi petrolifera. Ma le autostrade vengono ancora costruite, a rilento: infatti era permesso completare quelle iniziate2.

Negli anni 60 venne costruito il vecchio Viadotto Polcevera progettato dall’Ingegnere – Architetto Riccardo Morandi, un cult dell’Ingegneria Italiana, ma fatto senza nessuna conoscenza della durabilità del cemento armato. Infatti negli anni 70 ci fu la “Belle Époque” dell’Ingegneria Italiana, le principali società di Autostrade S.P.A., allora pubblica: Italstrade e Società Progettazioni Edili Autostradali progettarono alcuni capolavori, tra cui il primo viadotto antisismico italiano (viadotto Somplago nell’autostrada A23, nei pressi di Gemona) esso è il primo esemplare in Italia di un viadotto a trave continua con 20 campate (della lunghezza totale di 1320 m) realizzato con conci a sbalzo prefabbricati e dotato di ritegno longitudinale anti-sismico di tipo elastico. Fu completato poco prima del terremoto del 1976 e durante il terremoto fu notato come questo tipo di viadotto riceve sollecitazioni minori degli altri, costruiti con in calcestruzzo precompresso separate, oltre a dare un maggiore confort di guida per l’assenza di giunti3,1,4.

Grazie al terremoto del Friuli, si notò come la classica configurazione dei ponti, dotate di Travi precompresse indipendenti da campata a campata fece sì che buona parte del viadotto Tagliamento II cedette danneggiarono i piloni. La fine dell’Ingegneria Italiana risale proprio al 1976, a seguito del terremoto, e della crisi petrolifera e alla famosa legge 492. Infatti, prima di vedere altre opere realizzate in maniera antisismica come il viadotto Somplago bisogna attendere la fine degli anni 80, siamo sempre in Friuli, stavolta in provincia di Pordenone, vicino a dove sono nato e cresciuto, in pieno territorio di risorgive: durante il collaudo del viadotto Noncello dell’A28 esso cedette, per errori di costruzione. L’autostrada completata nel 1986 venne inaugurata ben 6 anni dopo: nel 1992 e senza la seconda carreggiata del viadotto Noncello4,[^A28].

Dagli anni 1980 al 2018 in Italia non si assiste a nessuna opera Ingegneristica innovativa infatti ci limitiamo a completare qualche kilometro della nostra rete autostradale e finire la TAV, in gran parte bloccati dall’enorme complicazione burocratica introdotta negli anni: da Valutazioni di Impatto ambientale, conferenze dei servizi e decine di progetti si ha un arresto della costruzione di infrastrutture veloci per l’Italia. Ma sempre in questi anni ad ogni opera è associata almeno una inchiesta: Dai rifiuti sparsi sotto alla Valdastico Sud, alla galleria fatta con lo “sputo” nel Col di Tenda, all’asfalto spesso come un foglio di carta nell’autostrada, incompiuta, delle Langhe, ad indagini, corruzione e lentezza nella ristrutturazione della Salerno – Reggio Calabria a decine di scandali sulla costruzione delle Autostrade, senza indagini c’è il Passante di Mestre, la A34 e gli ultimi lotti della A28, che sembrano costruiti a regola d’arte, anche se con un ritardo assurdo[^valdastico],5,6,7.

Nel 2018 a seguito del Crollo del ponte di Genova, e al danneggiamento pubblico dell’immagine Italiana a seguito dell’ennesimo ponte crollato, si ha che il governo, regione, comune si mettono d’accordo e ricostruiscono il ponte in soli due anni. Il risultato non sarà bello come il Viadotto di Millau, il futuro ponte di Pelješki o i bellissimi ponti nel nord Europa, ma finalmente si ha una accelerazione nella costruzione di un ponte e un segnale di cambiamento dell’Italia8.

Ho sentito di alcune critiche riguardo alle pile in cemento e non in acciaio: è una questione solamente a livello di sicurezza in caso d’incendio, è noto che il comportamento di una struttura in acciaio in caso di incendio è quella di perdere la capacità portante: Mentre la perdita di capacità portante della struttura orizzontale orizzontali è tale da non creare grossi problemi ai fini dell’evacuazione della struttura una perdita di capacità portante delle pile determina un collasso generale della struttura, proprio per questo alcuni edifici costruiti con carpenteria didattica non sono adatti all’uso come scuole, cinema e Università.

Il nuovo ponte è un orgoglio della nostra ingegneria, una bellissima struttura snella, lineare e semplice, forse fin troppo, ma ci accontentiamo: è stato costruito in due anni. Nulla a che vedere con la ricostruzione del viadotto Himera, inoltre il nuovo ponte di Genova è Innovativo, green e tecnologico: si auto pulisce e si auto diagnostica da dei “robot” progettati dall’Istituto italiano di tecnologia (IIT), il nostro MIT Genovese. Una bella notizia questa: finalmente in Italia l’ingegneria è rinata, ora non ci resta che usarla, dotiamo i ponti di sistemi di auto pulizia e si auto diagnosi, evitiamo di far sporcare il cemento e far arrugginire l’acciaio, come abbiamo visto serve realmente poco e più lungo è il ponte più è conveniente usare sistemi di alta tecnologia come questi, che combinano oltre agli ingegneri civili tutti gli altri ingegneri (da meccanici a informatici), pensiamo anche alla mobilità elettrica e perché anche a nuovi ponti e gallerie con alta tecnologia: superando i collegi europei: Ponte di Øresund, Ponte di di Storebælts, il viadotto di Millau o il futuro ponte di Pelješki, abbiamo tantissimi posti dove poter costruire ponti e gallerie dato che l’ingegneria in Italia è rinata9,8,10!

Questo risultato forse è il migliore che un Ingegnere Informatico si aspetta: infatti l’ingegneria non è più solo la pure ingegneria civile, si è sempre più ampliata da quella industriale e quella informatica, una sinergia così importante in una opera di ingegneria civile con una ingegneria molto più recente è un esempio importantissimo di come sia rinata in meglio.